martedì 3 giugno 2008

La censura iraniana arriva in Italia...

A leggere la costituzione sembrerebbe che in Italia si garantita la libertà di parola
ma in realtà si è liberi di dire solo quello che il potere in apparenza propone ma spesso ci impone!



Roma, 3 giu. - (Adnkronos) - All'inizio del vertice della Fao che si tiene a Roma, è stato impedito ad Ahmad Rafat (nella foto), vicedirettore di AKI- ADNKRONOS INTERNATIONAL, di entrare nel palazzo della Fao per seguire i lavori.

A Rafat, membro dell'esecutivo di "Information, Safety & Freedom" che nei giorni scorsi aveva lanciato l'appello affinché anche in questi giorni sia ricordato ovunque che in Iran è in atto una feroce repressione dei diritti umani e civili e tra questi uno dei più massacrati è proprio il diritto all'informazione e alla libera circolazione delle opinioni, è stato ritirato il pass. Alla domanda del giornalista sulle ragioni per le quali gli veniva impedito di seguire i lavori del vertice, gli è stato risposto che la Fao ha deciso di dichiaralo ''persona non grata''.

''Considero molto grave che la censura di Ahmadinejad arrivi fino a Roma e che impedisca a un giornalista, iscritto all'Ordine dei Giornalisti italiani e che dirige un'agenzia italiana, di esercitare la propria professione perché ha opinioni negative, come moltissimi italiani, su un governo che ha chiuso oltre cento giornali in due anni e ha lasciato senza lavoro oltre mille giornalisti'', ha detto Rafat. ''E' molto grave - sottolinea all'ADNKRONOS - che la Fao, un organismo internazionale ospitato dall'Italia, si renda complice di un personaggio e di un regime come quello iraniano.

E' veramente assurdo che si continui a giocare con le libertà fondamentali per dare sfogo alle folli diatribe della politica internazionale.
Non è possibile che un giornalista di una della più note agenzie di stampa italiane venga escluso da un incontro internazionale come quello della FAO.
Ma non è possibile neanche che un capo di stato, pur anche pericoloso e a tratti folle, come nel caso di Ahmadinejad, venga emarginato politicamente dalla comunità internazionale.
Questi sono gli atteggiamenti che i totalitarismi usano in casa propria per autoalimentarsi, ogni volta che lo scontro e l'esclusione vengono preferiti al dialogo nascono sentimenti di odio e di risentimento che non producono altro risultato se non quello di alimentare le già folte schiere del terrorismo internazionale.

mercoledì 28 maggio 2008

Scontri alla Sapienza..


La cronaca di oggi con gli scontri a La Sapienza tra giovani di Forza Nuova e dei colletivi (centri sociali, no global ecc.) ci ripropone un tema piuttosto scottante: che rapporto c'è tra la politica, gli ideali, i valori e lo scontro fisico che spesso anima la politica giovanile?

Certo, si sa che i giovani si lasciano facilmente coinvolgere in situazioni dove l'azione prevale sulla ragione, ma questo non è una spiegazione a quello che sta succedendo in questi giorni.

Oggi pomeriggio all'università La Sapienza c'è stato un corteo di giovani dei centri sociali che ben riforniti di alcool e droghe scorrevano cantando "Bella Ciao", e cori offensivi verso il sindao di Roma e la destra in generale;
mi chiedevo che cosa potevano significare quegli slogan cosi' antiquati per esprimere il dissenso verso la violenza, ad un certo punto ho capito, mi sono reso veramente conto del perchè continuano a verificarsi risse e scontri tra i giovani che fanno politica.

Il problema è che c'è una tendenza a non riconoscere dignità all'idea dell'altro, è successo quando non si è permesso al Papa di partecipare all'inaugirazione dell'anno accademico, è successo questa volta impedendo lo svolgimento di un iniziativa culturale sulle foibe organizzata da Forza Nuova.
L'università è confronto, è dialogo, non si può impedire agli altri di esprimere le proprie idee per un pregiudizio di fondo verso il diverso.

Per non parlare poi della tendenza del mondo dell'informazione a bollare qualsiasi notizia di violenza come opera di criminali nazifascisti, non si è mai capito perchè i movimenti e le organizzazioni di estrema sinistra, nonostante abbiano dimostrato in più casi (il G8 ad es.) di essere aggressive e violente non siano neanche prese in considerazione come i possibili responsabili di atti di violenza. A tutti questi giornalisti o commediografi bisognerebbe dire che emarginare le minoranze culturali non risolve il problema dell'estremismo, se mai lo accentua caricandolo di odio e di risentimento.

Nel caso della Sapienza non è ancora chiaro chi sono gli aggressori e chi gli aggrediti, di certo si sa che in questi casi, le conseguenze di questo clima di tensione sfocieranno nelle solite aggressioni con i soliti insulti a quei giovani, di destra e di sinistra che fanno la politica del confronto non quella dello scontro.
Blog di politica e attualità